Come avevamo osservato già un anno fa (v. sotto, News del 9.10.2011) la “primavera araba”, accolta da molti come l’aurora di un nuovo mondo arabo e incoraggiata persino dal Presidente USA Obama, non sembra trasformare i Paesi nord-africani e medio-orientali in libere democrazie, ma, oltre all’impressionante scia di morte e violenza che comporta, sembra lasciare molti di quei Paesi di fatto in mano all’integralismo islamico. Assistiamo persino a cruente lotte interne all’Islam stesso (sunniti, sciiti, salafiti, fratelli musulmani) per occupare il potere. Soprattutto rischia di trasformarsi in un gelido “inverno” per i cristiani. Ad esempio i copti (cristiani) egiziani denunciano “le politiche discriminatorie nei loro confronti del presidente Morsi” e 100.000 di loro hanno fatto domanda all’ambasciata americana per emigrare verso gli USA, così come l’ambasciata olandese al Cairo sta accettando le richieste d’asilo dei copti dopo aver verificato effettivi episodi di discriminazione e violenza nei loro confronti.
Che si vada incontro ad un integralismo islamico è testimoniato anche da alcuni particolari. Ad esempio: le donne impiegate negli organismi ufficiali di stato (persino le presentatrici dei TG o le hostess dell’EgyptAir) sono ora obbligate a mostrarsi “velate”.
La “libertà religiosa” in Arabia Saudita
Intanto prosegue tra il silenzio del mondo la tradizionale intolleranza religiosa dell’Arabia Saudita, Paese arabo amico degli USA e ossequiato da tutti a motivo degli immensi giacimenti di petrolio. Persiste infatti il totale divieto di convertirsi al cristianesimo; ma persino i numerosi cristiani stranieri presenti per lavoro nel Paese non possono non solo avere una S. Messa, ma persino ritrovarsi a pregare in privato. Proselitismo e apostasia sono puniti con la pena di morte. [Il 15.09.2012 una ragazza che si era innamorata di un giovane cristiano straniero e si era convertita, ha dovuto fuggire a Londra e se rientrasse in Arabia sarebbe condannata a morte]. Si era giunti persino a non accettare di aerei di Compagnie che hanno nel loro stemma la Croce (come quella svizzera o di altri Paesi nord-europei). Del resto, la stessa Croce Rossa internazionale, nei Paesi musulmani è obbligatoriamente chiamata “Mezza Luna Rossa”.