Com’è noto, la “politica religiosa” del Governo comunista cinese è quella di dividere la Chiesa Cattolica, che comunque conosce una continua crescita, favorendo la cosiddetta “Chiesa patriottica” (i cui vescovi sono eletti dal governo! e che sotto il controllo del partito gode di una qualche libertà) e osteggiando in ogni modo la Chiesa fedele al Papa (quella autentica, unita al Papa e con i vescovi nominati da lui). Anche il 6 luglio scorso è stato così ordinato illecitamente (per scelta del governo e senza mandato pontificio) il vescovo Yue Fusheng, che è quindi incorso automaticamente nella scomunica (secondo il can. 1382 del Cod. di Diritto Canonico; la scomunica riguarda ovviamente anche quei vescovi che hanno partecipato a tale illecita ordinazione episcopale).
Il 7 luglio è invece stato ordinato vescovo lecitamente, cioè con mandato pontificio, Thaddeus Ma Daqin (44 anni, nominato vescovo ausiliare di Shangai), dimessosi dall’Associazione patriottica; ma il giorno stesso dell’ordinazione mons. Daqin è stato prelevato da alcuni funzionari dell’Ufficio Affari Religiosi (del Partito Comunista Cinese) e gli è stato immediatamente impedito di esercitare il suo ministero episcopale, costringendolo ad un “riposo forzato” (cioè agli arresti domiciliari) nel Seminario di Sheshan a Shangai.