Sarebbe interessante verificare cosa insegnino effettivamente gli insegnanti di Religione Cattolica nelle scuole statali (opportunità educativa garantita in Italia dopo aver fatto fronte a durissime lotte da parte di coloro che vi si opposero in ogni modo, anche durante la riforma degli anni ’80, e che poi magari alle elezioni vorrebbero i voti dei cattolici!), se si attengano ai “Programmi” stabiliti dalla CEI e garantiti dai Provveditorati (in cui si prevede che si insegni Religione Cattolica – “patrimonio storico-culturale del popolo italiano”, come recita la legge che regola tale insegnamento – e non altre Religioni, che potrebbero addirittura essere materia delle cosiddette “ore alternative”) e se siano davvero degni della nomina che i Vescovi hanno giustamente e saldamente avocata a sé (e che lo Stato deve riconoscere).
Non entriamo ovviamente qui nel merito di questa questione. Menzioniamo però brevemente un “caso”, certo limite, accaduto in Spagna (Murcia) e che ha però fatto il giro del mondo.
Un professore di religione, peraltro sacerdote cattolico “spretato” ma regolarmente nominato dal Vescovo, ha pubblicamente manifestato (pure in convegni e con grande eco sulla stampa spagnola) la propria opposizione alla dottrina e morale cattolica, specialmente sul celibato sacerdotale. Dopo ripetute proteste da parte di genitori cattolici, il Vescovo si è deciso a non rinnovare più al suddetto professore la nomina per l’insegnamento della religione cattolica (non si capisce infatti perché uno dovrebbe insegnare la fede cattolica dissentendo da essa o inventandosela a piacimento!).
Il problema è che tale professore ha allora fatto “ricorso” al Tribunale Costituzionale Spagnolo perché sarebbero stati violati i suoi diritti! Dopo un lungo iter giudiziario, tale Tribunale ha decretato che il Vescovo non ha violato alcun presunto “diritto” del ricorrente. Allora tale professore si è rivolto nientemeno che alla “Corte Europea dei diritti dell’uomo” di Strasburgo, pensando forse che il laicismo imperante in certi organismi europei non solo gli desse ragione, ma che lo rendesse un eroe e perfino un martire dell’intolleranza cattolica!
Meno male che ieri (15 maggio) tale Corte di Strasburgo ha reso pubblica – così ne dà notizia L’Osservatore Romano – “una delle più importanti risoluzioni giudiziali della sua storia in materia di libertà religiosa”, che ha ricevuto l’elogio unanime degli osservatori internazionali dei diritti e delle libertà fondamentali: ha infatti risposto tutelando la “piena autonomia della Chiesa nella scelta dei docenti di religione”. Cosa per sé più che ovvia … ma coi tempi che corrono è comunque una buona notizia! Semmai maggiori attenzioni devono appunto essere fatte in casa nostra …