In un periodo in cui vengono tagliati persino i contributi per aiutare le famiglie dei disabili gravi, non mancano i soldi per finanziare iniziative di chiaro sapore ideologico. Come i € 150.000 elargiti dalla Regione Friuli Venezia Giulia per produrre un film sul “caso” Eluana Englaro, al fine di promuovere l’ideologia della “dolce morte”.
Ricordiamo ancora a quale grado di menzogna e di violenza si spinse tale visione ideologica, che portò all’uccisione di Eluana pur di affermare se stessa: si parlò di una morta-vivente artificialmente tenuta in vita da una macchina (mentre era semplicemente idratata-alimentata, con tutte le funzioni vitali in atto e autonome), di totale insensibilità (mentre rispondeva agli stimoli ed agli affetti), alla sicura irreversibilità (dato scientificamente falso); mancava persino l’alibi della fatica da parte della famiglia di poter gestire tale situazione (visto che era gratuitamente e amorevolmente accudita dalle suore; tra l’altro solo il padre parlava continuamente in pubblico mentre la madre era silenziata); presunte e indimostrabili sue volontà di quand’era ragazza; prelevata e trasferita con violenza a Udine (dando chiari segni di insofferenza e di dolore); il Presidente della Repubblica non volle firmare un decreto che l’avrebbe salvata; infine medici consenzienti (e al di là della vigente legislazione italiana) che non “l’aiutarono a morire” (come ipocritamente si dice in questi casi) ma che la uccisero staccandole idratazione e alimentazione, così da condurla in poco tempo, e tra sicure sofferenze, alla morte per fame e sete. Nessuna reale attenzione alla persona: doveva semplicemente imporsi anche in Italia l’ideologia dell’eutanasia.