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Il Movimento per la Vita ha presentato al TAR del Lazio un ricorso contro l’AIFA (Agenzia italiana per il farmaco) per l’annullamento della determinazione adottata sulla Gazzetta Ufficiale n. 268 del 17.11.2011 che autorizza in Italia (dal 2 .02.2012) la commercializzazione della “Pillola dei 5 giorni dopo” (della ditta farmaceutica EllaOne) con la definizione di “contraccettivo d’emergenza da assumersi entro 120 ore (5 gg) da un rapporto sessuale non protetto o dal fallimento di altro metodo contraccettivo”. C’è pure una denuncia all’Antitrust per questa “notizia ingannevole”, poiché l’Autorità garante deve vigilare sulla necessità di una corretta informazione dei consumatori (e qui si tratta addirittura della uccisione del proprio figlio!). Al 5° giorno, infatti, non solo l’ovulo fecondato è già un nuovo essere umano a tutti gli effetti (questo già dall’stante del concepimento) ma si sta già annidando nell’utero (e questo farmaco-veleno lo impedisce): non si tratta quindi di un contraccettivo (impedimento ad uno spermatozoo di entrare nell’ovulo) ma di un abortivo (uccisione di un nuovo essere umano).